SOSTEGNO ALL’ATTIVITA’ SPORTIVA E MODIFICAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA ATTRAVERSO L’ALIMENTAZIONE FUNZIONALE E L’INTEGRAZIONE
Dott.ssa Monica Binello – Biologa nutrizionista
L’alimentazione funzionale utilizza gli alimenti in virtù delle loro proprietà biochimiche e dei principi nutritivi in essi contenuti, capaci di agire in sinergia tra loro al fine di sostenere l’organismo e i suoi organi. È in grado così di potenziare i processi riparativi per ripristinare l’equilibrio interrotto da fattori traumatici o tossici, attivando il metabolismo e stimolando gli organi alle loro funzioni in modo che la loro funzionalità possa assicurarne anche l’integrità.
Questo tipo di alimentazione nei soggetti che pratichino attività sportive deve tener conto della differente costituzione individuale, delle esigenze energetiche conseguenti al tipo di sforzo fisico e della necessità di ristrutturazione tissutale durante e dopo l’attività sportiva.
Costituzionalmente un atleta ha delle caratteristiche sui generis dal punto di vista fisico e mentale, che gli permettono di emergere nella sua specialità e ogni individuo è dotato di un metabolismo particolare che il medico/nutrizionista deve studiare, al fine di approntare il necessario regime dietetico. Il primo tentativo di studio costituzionale con definizione di gruppi umani con caratteristiche psico-neuro-immuno-endocrine similari risale agli albori della Medicina Occidentale ed è ancora più dettagliata e ricca di sfumature fisiopatologiche nella Medicina Cinese. I primi studi antropologici in ambito sportivo furono sostenuti negli anni ‘40 da un medico psicologo statunitense, W. H. Sheldon che pubblicò il libro «The varieties of Human Physique», frutto di uno studio effettuato insieme all’antropologo italiano Sante Naccarati, su 4000 studenti dell’Università di Chicago.
Sheldon aveva fondato la classificazione dei suoi biotipi costituzionali sullo sviluppo dell’embrione umano concentrandosi sulle prime tre settimane di maturazione durante le quali, in seguito al processo di grastulazione, si forma il disco germinativo trilaminare costituito da ectoderma, endoderma e mesoderma. Dalla prevalenza di uno dei tre foglietti deriva un maggiore sviluppo degli organi biologici ad esso correlati che caratterizzano le tre diverse tipologie costituzionali definite da Sheldon: biotipo ectomorfo, endomorfo e mesomorfo.
Ogni biotipo costituzionale presenta caratteristiche fisiche e morfologiche particolari e aspetti psico-emotivi caratteristici con predisposizione allo sviluppo di determinate malattie che parrebbe essere legata alla debolezza degli organi originati dal foglietto embrionale prevalente.
Esistono analogie tra la classificazione costituzionale di Sheldon e quella utile all’alimentazione funzionale per individuare le caratteristiche del soggetto (attraverso anamnesi fisio-patologica e familiare e studio del morfotipo) ed elaborare piani alimentari personalizzati.
L’individuo pancreatico corrisponde al biotipo endomorfo: socievole, emotivo e pigro con facile aumento ponderale e predisposizione alla dislipidemia, allo squilibrio glicemico e al diabete.
L’individuo epatico corrisponde al biotipo mesomorfo: sportivo, dominante, irritabile e ansioso con variazioni del tono dell’umore, presenta oscillazioni ponderali, ma con un girovita sempre evidente e facile sviluppo muscolare; soggetto alle contratture, alla cefalea e alle gastriti, è predisposto alle malattie cardiovascolari con pressione alta e rischio tromboembolico.
L’individuo renale corrisponde al biotipo ectomorfo: introverso, timido e intelligente, presenta estrema magrezza con scarso sviluppo muscolare e predisposizione all’osteoporosi, reumatismi articolari e osteomieliti.
L’individuo surrenalico è intermedio tra i biotipi endomorfo e mesomorfo: ha facile aumento ponderale (endomorfo), ma anche facile sviluppo muscolare (mesomorfo) soprattutto nella parte superiore del corpo; ha predisposizione allo squilibrio glicemico e al diabete (endomorfo), alle patologie cardiovascolari con ipertensione e ipercoagulabilità ematica (mesomorfo); ha un carattere dominante (mesomorfo) e brillante (endomorfo).
L’individuo polmonare è intermedio fra i biotipi mesomorfo ed ectomorfo: ha un fisico longilineo (ectomorfo) con muscolatura ben definita (mesomorfo), ma lunga e non troppo sviluppata; è un individuo tranquillo con intelligenza spiccata (ectomorfo), può amare lo sport (mesomorfo), ma predilige sport di strategia dove la riflessione è più importante dell’azione; è predisposto a intolleranze alimentari, allergie e malattie respiratorie.
L’equilibrio nutrizionale ricercato dall’alimentazione funzionale non può prescindere dal tipo di prestazioni sportive, distinte grossolanamente in: aerobiche con intensità e durata dello sforzo muscolare senza accumulo di acido lattico nelle fibrocellule muscolari; aerobiche-anaerobiche alternate come quelle degli sport di squadra; anaerobiche con sforzo intenso e di breve durata, e produzione di acido lattico.
Alla luce delle conoscenze biochimiche circa il notevole consumo di zuccheri da parte degli organi ed apparati implicati nella prestazione agonistica, richiederà particolare attenzione la gestione del metabolismo glicemico. Inoltre ogni tipo di prestazione, che sia professionale o amatoriale, provoca un dispendio energetico anche a causa di uno stress neuropsichico da tensione agonistica, e la funzionalità neuro-muscolare viene spesso sollecitata fino ai limiti estremi delle possibilità umane, con usura e microlesioni delle fibrocellule; ne consegue la necessità di efficienti sistemi emuntoriali per eliminare le scorie tossiche e di adeguati apporti nutrizionali per operare le indispensabili riparazioni cellulari.
Negli sport anaerobici, caratterizzati da produzione di acido lattico, per esempio, bisognerà gestire l’alimentazione in modo da fornire oltre ad alimenti ricchi di creatina che sostenga il ciclo dei fosfati (come tonno, salmone, manzo) anche zuccheri complessi, che provvederanno una presenza costante e prolungata del glucosio ematico. Infatti, la somministrazione di zuccheri semplici, dopo una fase rapida di iperglicemia, provocherebbe una caduta del tasso glicemico, con aggravamento del metabolismo energetico della fibrocellula muscolare. Per esempio, l’associazione di mandorle e pane può fornire un notevole apporto energetico, con rilascio progressivo degli zuccheri del pane, mediato dai lipidi insaturi e dall’azione miorilassante e sedativa delle mandorle. Anche l’associazione di parmigiano e miele risponde alle stesse esigenze bionutrizionali. Controindicata sarebbe l’associazione di prosciutto e melone, in quanto agirebbe in modo troppo marcato sulla funzionalità tiroidea, sia per le proteine concentrate del prosciutto, sia per lo iodio e l’azione diuretica del melone, controindicata in un soggetto reduce da una intensa attività psicofisica. Un fattore fondamentale da considerare negli atleti è lo stato di tensione preagonistica, con conseguente sollecitazione della funzione tiroidea ed ipereccitabilità neurologica, che può sfociare anche in crisi di panico nei soggetti predisposti. La tiroide viene chiamata in causa dalla necessità organica di accelerare i metabolismi, in previsione dello sforzo da sostenere; l’aumento eccessivo della sua funzione può generare disturbi psico-fisici che possono compromettere la prestazione atletica. Nello stesso tempo, bisognerà essere attenti a non sedare eccessivamente il soggetto, in quanto si ridurrebbe la capacità di concentrazione e la capacità di risposta competitiva. Si limiteranno quindi gli alimenti dotati di spiccata azione sedativa, soporifera e miorilassante (tisane di malva o camomilla, basilico, aglio, latte), preferendo tutte le associazioni dotate di effetto riequilibrante e di sostegno del sistema nervoso e muscolare. Sarà da considerare l’equilibrio elettrolitico, fornendo nutrienti ricchi di calcio e potassio, quali alici e frutti di mare, patate con zucchine o pomodoro e parmigiano. Se si impiega il pesce ai ferri, bisognerà associare il formaggio, in modo da fornire una consistente quota di calcio che frenerà anche lo stimolo tiroideo dello iodio del pesce, in virtù di un’azione diretta a carico delle paratiroidi.
Se l’alimentazione funzionale è fondamentale per mettere l’organismo nelle condizioni ottimali per sopportare lo stress dell’attività sportiva e per favorire i processi di recupero e di riparazione, una giusta integrazione può rappresentare un supporto importante per migliorare le prestazioni atletiche attraverso una modificazione della composizione corporea a favore della massa muscolare. Numerosi studi dimostrano che l’integrazione con 3-5 g/die di creatina per diversi periodi di tempo (da una settimana a sei mesi) assicurano un aumento della forza e della massa muscolare con un miglioramento della prestazione. L’integrazione con amminoacidi essenziali favorirebbe invece nel post-allenamento un maggiore e più rapido accrescimento della proteina miofibrillare.
Si riportano due esempi di body builder rientranti nella categoria mesomorfa con costituzione rispettivamente epatica e polmonare che sono stati trattati a livello nutrizionale nel rispetto dei sintomi e delle debolezze d’organo riferite e sottoposti all’utilizzo di integratori finalizzati all’aumento della massa muscolare.
A distanza di alcuni mesi la rivalutazione antropometrica e anamnestica ha evidenziato una migliore condizione fisica con un incremento significativo della massa muscolare e miglioramento di alcune problematiche patologiche.